Quanto dura la gravidanza? Sono veramente 9 mesi?

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Anche se siamo abituati a dire che la durata della gravidanza è di 9 mesi, in realtà i medici preferiscono utilizzare il conteggio in settimane: ricorrendo a questo metodo, la data presunta del parto o DPP sarà collocata fra la 37esima e la 42esima settimana di gestazione.

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Se partorisci prima della 37esima settimana, il tuo bambino sarà definito prematuro e probabilmente, nei primi giorni o settimane dopo la nascita, avrà bisogno di cure; una gravidanza che duri invece più di 42 settimane verrà chiamata “gravidanza prolungata” ed anche in questo caso potrebbero esserci complicanze sia per la madre che per il neonato.

Ora, quello che devi sapere è che solo un bambino su 25 nasce nella data precisa prevista per il parto; la maggior parte dei neonati viene partorita invece tra la 37esima e la 41esima settimana, quindi una o due settimane prima o dopo la DPP.

Le gravidanze gemellari, ad esempio, hanno più probabilità di concludersi prima del tempo, mentre i figli primogeniti tendono ad andare di solito oltre il termine previsto.

Ma come si calcola la DPP o data presunta parto? Il modo più corretto consiste nel considerare sia la data dell’ultima mestruazione che la durata media del ciclo, che in una donna fertile può variare anche considerevolmente.

Considerare anche il dato relativo alla durata del ciclo permette infatti di stimare il momento in cui è avvenuta l’ovulazione, dunque il periodo esatto di concepimento; questo però è possibile in presenza di ciclo regolare, ma risulta difficile nel caso di ciclo irregolare o in assenza di ciclo, come ad esempio quando la donna sta allattando.

Durante l’allattamento, infatti, l’ovulazione può riprendere in qualunque momento, per questo motivo, qualora dovessi rimanere di nuovo incinta in questo periodo non potrai affidarti al calcolo delle data presunta per il parto basato sulla data dell’ultima mestruazione, ma dovrai affidarti al rilievo ecografico per individuare, tramite le dimensioni del feto, la durata della gravidanza.

Oltre all’ovulazione, sulla durata di una gravidanza possono influire anche altri fattori, come ad esempio il momento in cui è avvenuta la fecondazione dell’ovulo e il conseguente impianto della cellula fecondata all’interno dell’utero: gli spermatozoi maschili rimangono infatti vitali all’interno della cervice uterina fino a 4/ 5 giorni dopo il rapporto sessuale.

L’incontro con l’ovocita maturo può avvenire dunque in un momento qualsiasi di questo periodo, dopodiché darà necessario che l’ovulo fecondato raggiunga l’endometrio, impiantandosi correttamente dentro l’utero.

Anche il momento dell’impianto può variare di alcuni giorni oppure ore a seconda delle caratteristiche della cellula fecondata: le cellule impiantate con ritardo avranno quindi maggiori possibilità di dar luogo ad una gestazione più lunga.

Ci sono poi alcuni fattori fisiologici che possono influenzare la durata della gravidanza: le donne più anziane, ad esempio, tendono ad avere gravidanze più lunghe di quelle giovani. Dati empirici dimostrano che anche statura della donna possa influire: le madri alte tendono, infatti, ad avere gravidanze più lunghe rispetto alle madri minute.

Ci sono poi differenze di tipo etnico: le donne di carnagione chiara, ad esempio, tendono ad avere gestazioni mediamente più lunghe di quelle di carnagione scura.

Infine, anche alcuni fattori secondari come il fumo possono influire sulla data del parto: le donne che non smettono di fumare in gravidanza vanno più spesso incontro a parti prematuri di quelle che invece non sono dipendenti dalla nicotina, aumentando anche il rischio di ulteriori disturbi e complicanze sia prima che dopo la nascita del bambino.

Se desideri maggiori informazioni sulla durata della gravidanza vai su GoodBabyFood.it in cui troverai, fra l’altro, una descrizione approfondita di ciò che avviene mese per mese al tuo corpo durante le varie settimane di gestazione.

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